È stata approvata ieri sera, all’unanimità dei presenti in Consiglio Comunale a Ragusa, la mozione presentata dal Partito Democratico per l’istituzione del Registro di Genere.
“Si tratta di un importante traguardo di civiltà per la nostra città – commenta Peppe Calabrese, segretario cittadino e consigliere PD – perché con l’approvazione della mozione si impegna l’amministrazione comunale a istituire il Registro comunale di genere per il riconoscimento del genere di elezione e dell’identità alias delle persone transgender e non binarie.
In poche parole, i ragusani che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita potranno avere alcuni documenti con il nome che hanno scelto (l’alias appunto) e non più quello anagrafico.
Si parla di tutti i documenti di competenza comunale (dall’abbonamento per i mezzi pubblici alla tessera per la biblioteca) compresi i badge di riconoscimento per i dipendenti comunali, ma anche account di posta elettronica, la targhetta sulla porta dell’ufficio o il nome per le conferenze di lavoro in videocall.
Tutto ciò nel tentativo di mitigare tutte quelle situazioni di disagio per chi soffre di disforia di genere e che si trova a dover vivere o ri-vivere continuamente il proprio coming out, almeno fino a quando il proprio processo di transizione non sia completo con l’ottenimento del cambio di genere anche nei documenti anagrafici”.
“Come gruppo consiliare del Partito Democratico di Ragusa – dichiara ancora il segretario dem – avevamo presentato la mozione alla fine dello scorso giugno quando abbiamo ufficializzato l’adesione del partito alla manifestazione provinciale del Ragusa Pride e volevamo essere politicamente coerenti, proponendo all’amministrazione questo documento, sicuri che l’impegno a tal proposito dichiarato dal primo cittadino un anno prima in campagna elettorale non era stato solo un atto di propaganda”.
“Siamo contenti che ieri i gruppi consiliari presenti in aula abbiano deciso di appoggiare la mozione – conclude Calabrese – fatta eccezione per il rappresentante di Fratelli d’Italia che ha perso l’occasione di contribuire col proprio voto al raggiungimento di un significativo passo avanti nella lotta alle discriminazioni”.
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