Ogni 100 litri d’acqua immessa nella rete, poco meno della metà non arriva nei rubinetti.
E’ il dato, relativo alla provincia di Ragusa, consegnato da un apposito studio della Cgia di Mestre.
La provincia di Ragusa è la 34esima in Italia per litri d’acqua dispersi al giorno, secondo lo studio dell’associazione, quinta in Sicilia per dispersione in percentuale, il 46,5%.
I dati riguardano il 2022, ma la situazione non è di certo migliorata nell’ultimo biennio. Basta osservare le perdite che si registrano in diverse aree delle città iblee.
Sono 3,4 i miliardi di metri cubi complessivamente dispersi in Italia lungo la rete idrica.
Un dato impressionante che vede, come sempre del resto, agli ultimi posti, in questo caso tra i più virtuosi, i comuni delle Regioni del Nord, e, in cima alla classifica, ovviamente in negativo, i comuni del Sud.
Rete idriche colabrodo, o vecchie, o datate, rotture varie, errori, allacci abusivi, con qualche virtuosa eccezione, ad esempio Trapani, che disperde solo il 17,2% dell’acqua immessa ogni 100 litri.
I consumi idrici totali ammontano a 40 miliardi di metri cubi, in Italia, ogni anno. Di questi, il 41 per cento, sottolinea lo studio della Cgia, è in capo all’agricoltura (16,4 miliardi di metri cubi), il 24 per cento viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di metri cubi), il 20 per cento per l’industria (8 miliardi di metri cubi) e il 15 per cento per produrre l’energia elettrica (6 miliardi di metri cubi)
Secondo lo studio, l’Italia è il Paese più “idroesigente” d’Europa; seguono a distanza la Spagna (poco più di 30 miliardi di metri cubi) e la Francia (quasi 27 miliardi di metri cubi).
A livello regionale la situazione più critica si registra in Basilicata. In quest’area la dispersione d’acqua su quanto immesso in rete è pari al 65,5 per cento. Seguono l’Abruzzo con il 62,5 per cento, il Molise con il 53,9 per cento, la Sardegna con il 52,8 per cento e la Sicilia con il 51,6 per cento.
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