Pronto Soccorso di Modica, la misura è colma. E’ il senso della denuncia che arriva, ancora una volta, dal Comitato Civico Articolo 32, che racconta un altro episodio, l’ennesimo, che fa emergere tutte le criticità fin qui espresse, più volte e non solo dal comitato.
“Sabato scorso – sottolinea il comitato – alle 18,30, un paziente con forti dolori al petto, spalle e addome viene accompagnato con urgenza, dal proprio medico curante, al pronto soccorso del Maggiore di Modica.
Il display con l’elenco dei casi in attesa non corrisponde alla reale situazione (è più affidabile in un ufficio postale).
L’infermiere di turno, concordando con il medico di famiglia, – racconta il Comitato – esegue prontamente gli accertamenti preliminari e il prelievo per gli esami del sangue da sottoporre al medico di turno.
Passano ore ed ore ma l’esito degli esami non viene comunicato. Dopo una lunga attesa il medico di famiglia, a cui era stato impedito di parlare con il collega di guardia, si reca direttamente al laboratorio per assumere i risultati delle analisi. A quel punto scopre che nessuna analisi era stata eseguita perché non autorizzata . Soltanto poco prima di mezzanotte il medico di turno consente le analisi e ulteriori accertamenti.
Dopo oltre sei ore dall’arrivo al pronto soccorso viene comunicata la diagnosi e la necessità del ricovero. Nel contempo il paziente, per mancanza di posti letto , è invitato a cercare un posto in un altro ospedale. Soltanto dopo il netto rifiuto del paziente, su consiglio del medico di famiglia, nel corso della notte è stata trovata una soluzione di emergenza”.
Questo il racconto del Comitato Civico Articolo 32, il quale coglie l’occasione per sottolineare un altro aspetto.
“Da un anno andiamo dicendo in tutte le sedi che piccoli passi possono essere compiuti. La misura è colma”.
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