“E’ necessario individuare gli strumenti che consentano a istituzioni e società civile di unirsi in una battaglia comune. Perché dobbiamo porre fine a questa situazione che non è degna e che offende i valori della nostra Costituzione”.
Così la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, facendo riferimento all’ultima assemblea nazionale dei delegati Cisl sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro tenutasi nei giorni scorsi a Roma e alle continue problematiche che si registrano, in questo ambito, anche nell’area iblea.
“Dopo che si verifica un episodio o peggio ancora una tragedia sul lavoro – spiega Carasi – si registra sempre un cordoglio unanime, una indignazione diffusa che, però, non evita che a distanza di qualche giorno tutto ripiombi in una condizione generale di indifferenza, tutto, insomma, torna come prima. Non lo possiamo accettare. Non possiamo accettare che lo scandalo delle morti sul lavoro non resti fissato come la priorità assoluta che dovrebbe essere.
Nel 2023, in provincia di Ragusa, gli infortuni mortali sul lavoro (dati Inail) sono cresciuti del 50% (da 2 a 3 unità). Ecco perché diciamo che non bastano più le proteste nate su un’onda emotiva e lì destinate a rimanere. Non si può sperare di mettersi la coscienza a posto semplicemente con uno sciopero in più. Sono indecenti e pericolosi i toni demagogici con cui altri vorrebbero darci lezioni di sindacato. Perché incendiano la temperatura sociale, arroventano e spezzano i rapporti tra persone nei luoghi di lavoro. Mettono lavoratori contro lavoratori. Così non va”.
“Non dimentichiamo che, come ha ribadito il nostro segretario Luigi Sbarra a Roma – prosegue Carasi – ogni volta che un lavoratore muore, o si infortuna, o si ammala per cause professionali, la sconfitta riguarda tutto il Paese. Siamo qui a dire che va fermata la scia di sangue che attraversa ininterrotta i luoghi di lavoro che non possono essere trasformati in campi di battaglia. Siamo qui a chiedere, a pretendere, che dall’indignazione di un momento si passi alla piena consapevolezza, alla volontà di dare risposte concrete”.
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