A novembre 2023, il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin e pochi giorni prima della celebrazione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il Partito Democratico di Ragusa ha presentato in Consiglio Comunale una mozione per impegnare l’amministrazione comunale a istituire dei corsi di autodifesa, gratuiti, riservati alle donne.
Lo scopo doveva essere quello di fornire strumenti per contrastare tentativi di aggressione, insegnando tecniche di difesa personale da poter imparare in poche settimane, ma efficaci nei confronti di soggetti fisicamente più forti.
“Bene, il mese dopo la maggioranza che sostiene il sindaco Cassì ha deciso di bocciare la mozione”, racconta Peppe Calabrese, segretario cittadino del PD e consigliere comunale.
“Nel frattempo, però – aggiunge – l’amministrazione, in collaborazione con l’Ordine dei Medici promuoveva corsi di autodifesa per il personale sanitario.
Oggi, a distanza di quasi tre mesi, veniamo a sapere che il Comune ha indetto una manifestazione di interesse rivolta alle società o associazioni sportive, palestre, enti non commerciali in genere, con sede a Ragusa disponibili a organizzare un corso di formazione di base per l’autodifesa personale in favore di donne maggiorenni, ma a pagamento, prevedendo solo uno sconto del 20% per ogni partecipante.
Non possiamo nascondere che, appresa la notizia, siamo rimasti basiti. Mentre in Consiglio comunale, dalla maggioranza, si è cercato di farci la morale sull’utilità e opportunità della nostra proposta, dicendoci che non servono i corsi di autodifesa e accusando il PD di non conoscere i temi della lotta femminista, costringendoci a insegnare loro che le battaglie che riguardano i diritti hanno sempre visto la sinistra in prima linea, l’amministrazione Comunale faceva propria la proposta bocciata dal Consiglio per riproporla prima con la sinergia Assessorato alla Salute e l’Ordine dei Medici e ora su impulso dell’Assessorato ai Servizi Sociali e di quello allo Sport e Politiche Giovanili”.
“Il modo d’agire di questa amministrazione e della sua maggioranza – dichiara ancora Calabrese – andrebbe sottoposto all’attenzione di qualche specialista comportamentale: per il nostro modo di vedere le cose c’è davvero qualcosa che non va. Come può la maggioranza bocciare una proposta largamente condivisibile, bollandola come inutile (si disse anche questo) per poi vedere la propria amministrazione riproporre la stessa idea, non una ma due volte in pochi mesi? Deve essere una forma di cleptomania politica o, peggio, una tale mania di protagonismo amministrativo da perdere l’onestà intellettuale necessaria a riconoscere la bontà di un’idea, salvo farla propria in un secondo momento per prendersene i meriti…”.
“Alla fine, anche questa volta possiamo dire che avevamo visto giusto – aggiunge il segretario dem – la proposta era valida e l’amministrazione l’ha fatta propria. Tuttavia c’è un aspetto che non ci convince: perché il corso non dovrebbe essere totalmente a carico del Comune che chiede di istituirlo? Sulla base di quale criterio verrebbe calcolato il prezzo congruo sul quale riconoscere la riduzione di prezzo? A cosa serve una manifestazione di interesse da parte del Comune se poi il servizio non è a carico delle casse municipali? Su questi temi, almeno – conclude Calabrese – ci aspettiamo dei chiarimenti”.
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