Novantaseiesimo posto. E giova molto poco pensare che, in Sicilia, il territorio ibleo è al quarto posto, suberato solo da Messina, Siracusa e Agrigento, che comunque si trovano tra il 90esimo e il 94esimo posto.
E’ il dato legato all’offerta di servizi pubblici digitali da parte della Pubblica Amministrazione, con tempi medi per il rilascio di permessi e documenti tra i più elevati non solo in Italia ma in tutta Europa.
“Carte, timbri, moduli da compilare – spiega la Cgia di Mestre che ha elaborato il report che coinvolge anche Ragusa – e attese agli sportelli sono vissuti da tanti imprenditori come dei veri e propri incubi. Per tanti cittadini, invece, quando ci si deve interfacciare con la macchina pubblica spesso si scivola in un profondo stato di angoscia.
Non solo, con un miglioramento della qualità dei servizi pubblici che avanza a passo di lumaca, la cattiva abitudine della nostra PA di richiedere, in particolare alle imprese, dati e documenti che le
amministrazioni già possiedono è diventata una prassi consolidata”.
Ben otto le posizioni perse in 10 anni, nonostante un lieve incremento, dello 0,06 per cento dell’Indice di Qualità.
Ma cosa significa una P.A. non efficiente? Semplice: ” Questi disservizi, purtroppo, hanno una ricaduta economica spaventosamente elevata. Elaborando alcuni dati pubblicati dall’OCSE3,
per le nostre Pmi il costo annuo ascrivibile all’espletamento delle procedure amministrative è di 80 miliardi di euro. Praticamente – conclude la Cgia – una tassa nascosta da far tremare i polsi”
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