Sabato è stata una giornata storica per la Nefrologia dell’Ospedale pubblico di Antananarivo (Madagascar).
Dopo una settimana di formazione, è stata realizzata la prima FAV chirurgica ad un ragazzino 17 anni.
“Con i pochissimi mezzi a disposizione – sottolinea il direttore della U.O.C. Nefrologia dell’ASP di Ragusa, Walter Morale – abbiamo effettuato un intervento chirurgico di accesso vascolare per emodialisi. Intervenire su questi pazienti e fare formazione ai medici locali vuol dire dare agli emodializzati malgasci una maggiore prospettiva di vita. La mortalità dei pazienti emodializzati è altissima, pari all’80% in 6 mesi. Investire su ciò vuol dire abbattere almeno del 50% questo tasso di mortalità”.
Il dott. Morale è da alcune settimane in missione in Madagascar, con Ripartiamo APS e il patrocinio dell’ASP di Ragusa.
Lo stesso dottor Morale, aveva ricevuto dal personale di Ortopedia un elettrocardiografo semiautomatico.
Lo strumento, donato in memoria dell’infermiera Raffaela Bonomo, sta offrendo un contributo fondamentale per la vita di molte persone, in un Paese, il Madagascar, dove la sanità è considerata un “lusso”.
“Il dono di Raffaela – aveva spiegato il dottor Morale – si trova lontano migliaia di Km di distanza dall’Italia, presso la cittadina di Morondava, allocato in una stanzetta ambulatoriale dello dispensario delle suore di Morondava come da decisione di Sua Eminenza il Vescovo Marie Le Fabien. Continuerà così ogni giorno ad essere in contatto diretto con i pazienti. Ho raccontato alle suore chi era Raffaela (anche se io non lo conosciuta), hanno voluto tenere lì vicino all’ECG la targhetta “io non faccio l’infermiera, sono un infermiera”…
Hanno apprezzato molto la frase e mi dicevano che fare l’infermiera è già una missione umanitaria e le sue parole sono la giusta contestualizzazione dello spirito e al sacrificio di questi giorni (Raffaela è stata con noi).
Abbiamo visitato oltre 500 persone povere, dove la sanità è un lusso che pochi si possono permettere (solo 1% della popolazione malgascia ha accesso alla sanità). Abbiamo trasmesso in Italia, e anche al dott. Guglielmo Piccione (primario della Cardiologia del “Maggiore” di Modica), una ventina di tracciati per me meritevoli di una valutazione specialistica. Raffaela ha dato una speranza, che è la scintilla che ti spinge ad andare avanti e fare sempre meglio, perché le cose possono cambiare e migliorare anche in questa terra lontana abbandonata ai margini del mondo”.
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