“Alla fine è successo quello che in molti andavamo ripetendo da un paio d’anni, adesso chi ha sbagliato se ne assuma la responsabilità dimettendosi dai ruoli che ricopre e lasciando ad altri il compito di azzerare tutto e ripartire”. Lo dichiara la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa per bocca del segretario Peppe Calabrese.
“I soci di IbleaAcque – dice Calabrese – non si sono fidati dell’Assessorato agli Enti Locali della Regione Siciliana che, con una nota, spiegava che a un dirigente in quiescenza dalla pubblica amministrazione non può essere riconosciuto alcun compenso per l’incarico di amministratore unico di una società partecipata da enti pubblici, generando, invece, un’anomalia che è costata 95mila euro lordi l’anno, da maggio 2022 a marzo 2024, e hanno voluto il parere di un soggetto terzo che, in quasi sei mesi, è arrivato alla stessa identica conclusione.
Ora i soci si sono decisi a chiedere la restituzione delle somme spese, ma alcune domande sorgono spontanee: è l’amministratore unico che deve restituire somme che ha percepito secondo un contratto o sono i sindaci che dovranno farlo? Il professionista incaricato aveva il dovere di conoscere la norma e rifiutare o dovevano essere i sindaci, supportati dai propri uffici legali (qualcuno anche dalle conoscenza della propria professione) a evitare l’errore? Serve fare tabula rasa e ricominciare da capo”.
“Per ripartire, tuttavia – aggiunge il segretario dem – è necessario che rispondendo a un principio di etica e opportunità politica i responsabili di questo pasticcio abbandonino i propri ruoli, perché la gestione delle risorse idriche in provincia di Ragusa è affare assai serio e non possiamo permetterci di ricominciare con le stesse figure che hanno portato a questo pasticcio che, con tutta probabilità, porterà presto a una battaglia legale per la restituzione delle somme”.
“Da tempo diciamo che IbleaAcque è un carrozzone – dichiara ancora Calabrese – e se consideriamo quanto accaduto con Poidomani, con le assunzioni dalla procedura opaca, con la gestione carente sia per le riparazioni della rete idrica che per l’emissione delle bollette, se si considera la precaria capacità economica della società e l’assoluta mancanza di nuova progettazione infrastrutturale, non possiamo che esserne sempre più convinti e temiamo che IbleaAcque non sarà in grado di restituire al Comune di Ragusa le somme anticipate (tra gli 8 e i 9 milioni di euro).
Siamo sinceramente preoccupati – conclude il segretario cittadino del PD – e siamo convinti che bisogna correre ai ripari al più presto”.
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