“Se l’assessore, nella famigerata nota del dicembre scorso, diffusa ai dirigenti scolastici e non certo ai genitori, dichiara che il metodo in house adottato dal Comune, che coniuga sostenibilità economica del servizio con elevati standard qualitativi e quantitativi, ha raggiunto il limite massimo di tenuta organizzativa, al punto che un ulteriore aumento del numero dei pasti da erogare potrebbe determinare il collasso di tutto il sistema di preparazione e di trasporto, si capisce soltanto che i problemi sono di carattere economico. Lo affermano loro, quelli dell’amministrazione, e non certo io. Per cui l’interrogativo è: di cosa stiamo parlando? Si vuole, ancora una volta, rigirare la frittata?”.
Lo afferma il consigliere comunale di Coraggio Comiso, Salvo Liuzzo, controreplicando a quanto sostenuto dall’assessore al ramo, Giusi Cubisino, che aveva evidenziato come la questione al riguardo non fosse di natura economica.
“Al di là delle ragioni che stanno determinando questo disagio – continua Liuzzo – resta il problema di circa sessanta famiglie che, al primo anno del tempo prolungato delle primarie, non potranno usufruire del servizio. Famiglie che, lo ribadisco, sono venute a conoscenza di quanto sta accadendo soltanto ora. Altrimenti, perché avrebbero dovuto iscrivere i loro figli al tempo prolungato? C’è una contraddizione in termini. Infatti, il ministero cerca di incentivare il tempo prolungato, ma farlo senza refezione scolastica non ha senso. E stiamo parlando di un disagio che rischia di prolungarsi anche per il futuro e che, purtroppo, potrebbe pure ampliarsi.
E dire che dovremmo potere contare sulla cucina nuova, sull’ausilio di altri due cuochi, ma tutto è stato portato avanti con grande sufficienza e, purtroppo, i risultati sono questi.
Ma quando mai si è visto che un Comune non riesca a garantire i pasti della refezione per tutti i propri studenti? Che senso hanno queste limitazioni e queste differenze? Ancora una volta un problema che non si è riusciti a gestire nella maniera giusta. E di questo l’amministrazione comunale deve prenderne atto. E i cittadini, soprattutto quelli penalizzati, con loro”.
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