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Omicidio al culmine di una rissa a Santa Croce. Cgil: “segnali preoccupanti”

Le prime indiscrezioni legate all’omicidio di sabato sera, al culmine di una rissa, a Santa Croce Camerina, al centro della nota del segretario provinciale Cgil Ragusa, Peppe Scifo.

Il quale parla di segnali inquietanti.

“La morte del ragazzo tunisino di 21 anni accoltellato durante una rissa a Santa Croce Camerina lo scorso sabato, rimarca ancora una volta un clima di forti tensioni e violenza, che non riguarda esclusivamente le comunità immigrate. – spiega Scifo –  Il clima diffuso di violenza tra i giovani è purtroppo ormai cronaca e le morti sono frequenti a seguito di liti e risse dove spesso c’è utilizzo di armi anche da fuoco. Risse ed episodi di violenza generati quasi sempre da futili motivi, ma anche per questioni legate alla droga dove il consumo, prima ancora dello spaccio, è alla base di certi comportamenti.

Ma in questo caso forse c’è qualcosa altro che va approfondito e indagato. I notiziari, locali e nazionali si sono subito occupati della notizia diffondendo, la Rai nello specifico, l’intervista ad una persona che ha parlato esplicitamente della causa che ha generato la rissa e poi la morte del 21 enne. Nell’intervista – sottolinea ancora il segretario provinciale Cgil – il ragazzo ha parlato di disguidi dovuti alla raccolta della plastica dismessa delle serre, facendo riferimento al mancato rispetto delle zone di raccolta.

Quindi non semplici futili motivi, neppure droga, ma alla base di tutto questo c’è il lavoro di raccolta della plastica di copertura delle serre che ancora una volta potrebbe far emergere l’influenza criminale nel comparto.

Se è vero che dietro alla rissa che ha causato la morte del giovane tunisino c’è lo scontro per il controllo delle zone di raccolta della plastica dismessa delle serre – prosegue Scifo – occorre approfondire e capire cosa e chi c’è dietro. Al tempo stesso occorre alzare la guardia a tutti i livelli, a partire dagli attori principali, gli imprenditori agricoli, i produttori, gli operatori e i gestori di impianti di raccolta e lavorazione.

La storia degli ultimi decenni di questo territorio e di questo comparto ci insegna che la criminalità controlla segmenti importanti e strategici di filiere che si basano sul riciclaggio e il controllo mafioso, per questo occorre approfondire e capire oltre che respingere la violenza sempre e comunque – conclude il segretario provinciale Cgil – a prescindere dal contesto etnico di provenienza e soprattutto occorre non legare mai fatti del genere con le comunità straniere che vivono e lavorano onestamente nel territorio, alimentando odio e ingiustizie”.

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