“Il sindaco Cassì ha perso un’altra occasione utile per tacere e non rendere ancora più imbarazzante la propria posizione in merito alla questione riguardante la gestione del castello di Donnafugata”.
E’ quanto asserisce il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Luca Poidomani, che assieme a tutto il coordinamento sta seguendo con la massima attenzione l’intera vicenda.
“Se con l’ultimo intervento pubblicato sui social – aggiunge Poidomani – Cassì cerca, da una parte, di difendere in tutti i modi l’indifendibile, dall’altra, conferma tacitamente – prorogando i termini del bando – l’inopportunità di un atto presentato in fretta e furia alla vigilia delle vacanze agostane.
Il tentativo – maldestro – di far passare come gravi ed infondate illazioni quelle che, di contro, sono giuste rimostranze di chi ha visto in questa operazione qualcosa di censurabile (quantomeno dal punto di vista etico) non ha sortito effetto alcuno ed è stato sonoramente bocciato dalla città.
Di fatto, basta notare i vari gruppi social che stanno via via nascendo e i commenti negativi dei cittadini con riferimento all’operazione in questione”.
“Anziché arrampicarsi sugli specchi – snocciolando dati sui quali siamo convinti non si sia soffermato più di tanto e spacciando per investimento spese correnti (anche quelle opinabili) – il sindaco – ancora Poidomani – ammetta candidamente di aver sbagliato.
Piuttosto che difendere l’operazione quale esempio di trasparenza e limpidezza, spieghi alla comunità e alla compagine politica cosa sia stato fatto in 1 anno e mezzo per la cultura, per il turismo e per gli spettacoli (tutte deleghe dallo stesso sindaco trattenute)”.
“Data la spiccata sensibilità agli investimenti – conclude il coordinatore cittadino di FdI Ragusa – il primo cittadino spieghi il ritorno – in termini, chiaramente, di crescita per il territorio – nell’avere ingaggiato 2 esperti (cultura e turismo) lautamente pagati con i soldi dei contribuenti.
Ci spieghi, dunque, cosa abbia partorito la montagna. A noi sembra di non avere visto nemmeno il topolino”.
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