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Marina di Ragusa. Lungomare Bisani, “installazioni già corrose”

“C’è da capire come siano stati realizzati i lavori di riqualificazione del lungomare Bisani a Marina di Ragusa visto che a meno di due mesi dalla sua apertura i pali per l’illuminazione pubblica e le ringhiere sono già arrugginiti o corrosi dalla salsedine e il massetto drenante (nella parte tinteggiata in giallo) presenta già diverse crepe, soprattutto in corrispondenza delle aree previste per la piantumazione degli alberi, dei pozzetti, degli accessi per le persone con disabilità. Tutto ciò è inaccettabile e per questo ho presentato un’interrogazione”. Lo denuncia il Consigliere comunale del Partito Democratico Peppe Calabrese, segretario cittadino dem, annunciando l’atto ispettivo.

“Del tratto di lungomare che va dall’ingresso del porto turistico di Marina di Ragusa fino a Punta di Mola, oggetto di un intervento di riqualificazione da circa 5milioni di euro – spiega Calabrese – ne è stata aperta solo una parte, pur se non del tutto completa, per consentire ai bagnanti di accedere alla scogliera per questa stagione estiva. Tuttavia, basta farvi una passeggiata per vedere che i lavori dei massetti non sembrano realizzati a regola d’arte: le numerose lesioni lasciano pensare che non dappertutto sia stata utilizzata la rete elettrosaldata o la fibra, entrambe utili a evitare che il getto si spacchi, mentre l’acciaio scelto per i pali della pubblica illuminazione e i parapetti, a pochi metri dal mare, è già macchiato di ruggine, evidentemente intaccato dalla salsedine”.

“Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione al sindaco – spiega ancora il consigliere del PD – per chiedere di sapere se l’amministrazione intenda o meno chiedere la sostituzione degli elementi già rovinanti, quale tipo di acciaio è stato utilizzato e le sue specifiche di resistenza alla corrosione salina. Anche per quanto riguarda il legno utilizzato per la parte pedonale si chiede di conoscere la tipologia di materiale usato e se corrisponde a quanto previsto dal capitolato d’appalto. Infine, con l’interrogazione si chiede di saper se l’amministrazione intenda chiedere alla ditta che ha eseguito i lavori di rifare i massetti drenanti dove si sono già lesionati, pensando a delle soluzioni per impedire che si verifichino danni in tempi brevi”.

“A meno di due mesi dalla consegna di questo primo stralcio di lavori – conclude Calabrese – è inaccettabile un tale livello di deterioramento e l’amministrazione deve fare chiarezza”.

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