L’abramide (Abramis brama), specie autoctona nell’area Euro-Asiatica ma alloctona in Italia, è stata riscontrata nell’Invaso di Santa Rosalia. La segnalazione fatta dalla FIPSAS-Ragusa è stata verificata dal Biologo Antonino Duchi ed è in via di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Cybium della Società Francese di Ittiologia. Possibili problemi per la qualità delle acque.
E’ presente in molti paesi europei ed asiatici (dalla Francia alla Turchia, dalla Finlandia all’Uzbekistan), può raggiungere una lunghezza di 82 cm ed un peso di 6.0 kg, potendo vivere fino ad un massimo di 23 anni. Stiamo parlando dell’Abramide (Abramis brama): un pesce che vive in laghi e fiumi dove si nutre d’insetti, piccoli crostacei, molluschi, vegetali ed anche pesci, mentre i giovani prediligono lo zooplancton.
La specie era assente in Sicilia, dove però evidentemente è stata abusivamente introdotta. Il riscontro si è avuto nell’Invaso di S. Rosalia (Ragusa) da parte della FIPSAS di Ragusa che ha contattato il Biologo-Ittiologo Antonino Duchi, da anni studioso della la fauna ittica delle acque isolane, che ha confermato la determinazione specifica.
La segnalazione è risultata di interesse anche fuori dei confini italiani: infatti è in via di pubblicazione un articolo specifico sulla rivista internazionale Cybium della Società Francese di Ittiologia con sede presso il Museo di Storia Naturale di Parigi. Titolo dell’articolo: “First record of the alien Abramis brama (L., 1758; Cyprinidae) in Sicily”.
“Il riscontro della specie riveste diversi significati” evidenzia il Biologo ibleo ”Innanzitutto manifesta ancora una volta una carenza di informazione e di controlli sull’immissione di specie alloctone. Contestualmente va evidenziato che è stato dimostrato che l’Abramide può determinare modificazioni importanti dell’ecosistema e della qualità delle acque dei bacini in cui viene introdotto, tramite la sua interferenza con la rete alimentare dei laghi. Un elemento particolarmente delicato in questa situazione di riduzione significativa della presenza idrica nei bacini lacustri, tenuto conto del loro utilizzo anche potabile”.
“Il primo riscontro della specie e la pubblicazione internazionale confermano il ruolo di Ragusa nell’ambito della conoscenza della fauna ittica delle nostre acque e l’importanza della lunga collaborazione tra la nostra associazione ed il biologo Duchi” sottolinea il Presidente della FIPSAS – Ragusa Giovanni Altamore ”Ritengo che la lunghissima esperienza sulla conoscenza e la gestione della fauna ittica, che pone la provincia di Ragusa all’avanguardia in Sicilia, vada valorizzata in modo strutturale anche a livello regionale, in particolare in questo momento in cui la fauna ittica è a forte rischio, sia nei laghi che nei corsi d’acqua, a causa di siccità e mala gestione della risorsa idrica”.
Una riflessione ed un contributo sicuramente importante e di cui tenere conto, visto che mancano specialisti del settore ittiologico nelle amministrazioni chiamate a risolvere il problema della siccità in Sicilia e quindi si rischia di dare importanza a pareri di “sedicenti esperti in fauna ittica”.
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