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Ragusa. Cartellone spettacoli estivi, “non si è osato”

“Con circa 440mila euro a disposizione per il cartellone estivo, l’amministrazione comunale di Ragusa avrebbe dovuto avere il coraggio di osare, di organizzare eventi e spettacoli, non una tantum ma in maniera continuata, in alcuni luoghi dove, se andiamo in questi giorni di luglio, anche nei fine settimana, possiamo fare la conta dei piccioni. Era lì che bisognava fare qualcosa e non negli altri posti dove sappiamo già che il successo ci sarà perché le persone, i turisti e i villeggianti sono comunque presenti. Cosa che, invece, purtroppo, non accade in via Roma, in piazza Libertà, in viale Tenente Lena. Bisogna irrigare, dare l’acqua ai campi aridi e non dove, invece, la si ha già”.

Inizia così l’articolata riflessione del coordinatore cittadino di Italia Viva Ragusa, Filippo Angelica, a proposito delle iniziative promosse dal Comune di Ragusa per l’estate 2024. “Pensiamo che 440.000 euro – prosegue Angelica – siano una bella somma e crediamo che siamo, forse, tra i pochissimi Comuni che ancora si possono permettere il lusso di spendere una cifra così consistente per gli eventi estivi traendoli dai fondi comunali, quindi soldi che, ricordiamolo, arrivano dalle tasse pagate dai cittadini. Tutto questo, lo specifichiamo, non vuol dire che noi siamo contro la promozione, contro l’organizzazione degli eventi. Anzi, riteniamo che una programmazione seria, in quest’ambito, possa essere veramente il valore aggiunto dal punto di vista turistico, culturale ed economico per la nostra comunità. Il problema resta sempre lo stesso, capire come vengono spesi questi soldi, con tutto il rispetto per tutti gli artisti e per tutti gli imprenditori che hanno contribuito ad animare il cartellone estivo 2024. Ci pare, a nostro modesto giudizio, che questo programma sia carente di azioni strutturali che alzino l’asticella, che permettano di classificarci come meta nazionale e internazionale. Lo dico perché non c’è un grande evento dal punto di vista culturale che sia degno di questo nome. Il sindaco aveva iniziato, tempo addietro, con la mostra del Caravaggio, ancorché ancora oggi non sappiamo se il biglietto che abbiamo pagato sia stato per vedere un’opera vera o meno del grande artista, e poi più nulla. Nessun altro grande evento culturale organizzato, nonostante questa città lo meriti. E poi, altro aspetto ancora più importante, secondo me, non c’è un progetto di incoming, non c’è un progetto che è andato a contattare e a recuperare tutti quelli che sono i “big spender” del turismo per invitarli da noi e per promuovere Ragusa. Mi sembra strano che si parli di 2040, di 2050 e che un progetto del genere, pur avendo 440mila euro a disposizione, non sia stato predisposto”.

“Altra questione – ancora Angelica – è quella che ci fa chiedere perché alcuni eventi abbiano un costo del biglietto obiettivamente elevato. Allora ci domandiamo: ma qual è l’utilità dell’intervento pubblico? Io credo che sia quello di dire all’imprenditore: senti, io ti do i soldi in modo che tu possa abbassare le tue spese e far sì che l’ingresso ritorni a un prezzo accessibile, così di dare la possibilità di partecipare anche a chi non può pagare un importo così alto. Se, invece, l’intervento pubblico serve per favorire ancora di più l’imprenditore che organizza, allora, secondo me, abbiamo sbagliato ulteriormente bersaglio. La strada che si persegue, purtroppo, risulta essere sempre la stessa, cioè quella di apparire, quella di essere sempre presente sui social. Ma noi chiediamo altro, chiediamo che l’attenzione sia da riservare non solo ai social ma anche e soprattutto alle cose concrete. Ci auguriamo che a fine stagione il sindaco ci venga a dare conto e ragione di quali siano i risultati perché altrimenti la spesa pubblica diventa un po’ sibillina, un po’ alla viva il parroco. Insomma, non si ha chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere. E un’altra domanda che ci poniamo: ma prima di spendere 440mila euro non era forse più giudizioso illuminare via Roma? La strada storica, più importante, della città lasciata in questi giorni al buio. Forse quella era una emergenza, anzi lo è. Ma si continua a fare altro”.

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