Un incontro per valutare il clima all’interno del blocco operatorio dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa.
E’ quello in programma il 4 giugno, martedì, alle 9, e che scaturisce dalla nota del segretario provinciale Nursind Giuseppe Savasta, che denunciava come “Sono ben 15 su 17 gli operatori sanitari del blocco operatorio che hanno chiesto il trasferimento in massa presso altre unità operative a seguito del mancato riscontro alle problematiche evidenziate dagli stessi al direttore sanitario ad interim dal lontano 2019, Giuseppe Cappello e al direttore del coordinamento sale operatorie, Stefania Zingali”.
“È una decisione sofferta – afferma Savasta – perché per lungo tempo si è lavorato con grande spirito di sacrificio e abnegazione. Ma la situazione è divenuta da tempo estremamente difficile col rischio di ripercussioni sull’assistenza ai pazienti. Se un tempo sul complesso operatorio di Ragusa insistevano solo tre branche chirurgiche, ovvero chirurgia, urologia e senologia, negli anni si sono aggiunte anche gastroenterologia e ginecologia sia con interventi di altissimo livello sia con attività precedentemente svolte in sala parto. L’aumento progressivo del carico di lavoro non è andato però di pari passo con l’aumento di personale, anzi. Negli ultimi anni la Direzione sanitaria di presidio ha progressivamente diminuito per trasferimento le unità infermieristiche sottraendone cinque”.
Ad aprile gli infermieri avevano incontrato il direttore sanitario delle criticità, ma invece di intervenire per risolvere il problema la situazione si è aggravata perché si è deciso di aumentare il carico di lavoro inserendo tra le attività da svolgere presso il blocco operatorio alcune procedure mediche come i Leep e le biopsie prostatiche, attività di competenza della sala parto e dell’ambulatorio di urologia. “La situazione è paradossale – prosegue il Nursind – la cosa che ci preoccupa ancora di più è il silenzio da parte del direttore sanitario e dei soggetti a cui è stata comunicata la richiesta di trasferimento, quasi a voler ignorare il problema sminuendo il ruolo dei professionisti”.
La situazione intanto si è aggravata: “Per poter coprire i turni di reperibilità è stata inserita la coordinatrice infermieristica nei turni di reperibilità, 10/14 turni mensili da gennaio 2024, e ultimamente i colleghi infermieri del blocco parto a seguito di questa disposizione hanno visto aumentare il proprio carico di lavoro, già enorme considerato che già svolgevano con difficoltà una turnazione mattina, pomeriggio e notte”.
Da qui l’incontro di martedì, su un tema mai così centrale per la sanità iblea, come quello sollevato da questa nota. Ora, servono soluzioni.
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