Il comparto orticolo assume oggi un ruolo primario nell’ambito dell’agricoltura nazionale, con una produzione stimata superiore a 7 miliardi di euro, corrispondenti al 14% della produzione agricola italiana e con una superficie di circa 374mila ettari (di cui 32.000 ettari sotto apprestamenti protettivi).
Le normative di divieto dell’uso di bromuro di metile (Bm) per la fumigazione dei suoli hanno, negli ultimi anni, indirizzato studi e ricerche verso l’individuazione di sistemi colturali orticoli efficienti, alternativi ed eco-sostenibili. Nelle colture orticole (Solanaceae e Cucurbitaceae) e nello specifico nella melanzana (Solanum melongena) e nel melone cantalupo (Cucumis melo var. cantalupensis), l’impiego dell’innesto erbaceo ha manifestato un notevole aumento grazie ai numerosi vantaggi e potenzialità che esso offre per l’incremento e la sostenibilità dei diversi processi produttivi.
La validazione di queste tecniche innovative di coltivazione per ridurre, attraverso un approccio multidisciplinare, l’impatto negativo delle pratiche colturali sull’ambiente, la salute di operatori e consumatori nonché per ottimizzare il processo produttivo al centro del progetto avente per titolo “Portinnesti innovativi per migliorare gli aspetti quali-quantitativi delle produzioni orticole e dell’efficacia d’uso delle risorse” finanziato dal Psr Sicilia 2014-2022, sottomisura 16.1.
I risultati del progetto in questione saranno illustrati giovedì 23 maggio, dalle 16 alle 20, alla sala Avis di Ragusa, nel corso di un convegno finale che avrà per moderatori Youssef Rouphael dell’Università di Napoli Federico II e Salvatore La Bella di Corissia, due tra i 19 partner del progetto.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, del dirigente dell’ispettorato agrario di Ragusa, Giorgio Carpenzano, e di Giuseppe Dipietro, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ragusa, il progetto sarà presentato dallo stesso Rouphael mentre Giovanna Causarano, del centro tecnico Seia, parlerà dello “Stato attuale dell’innesto e tendenze future”.
Leo Sabatino dell’Università di Palermo interverrà su “Specie selvatiche ed affini come potenziali portinnesti per la melanzana coltivata in piena terra: resa, qualità ed efficienza d’uso dell’azoto”, mentre Beppe Benedetto Consentino, sempre dell’Ateneo palermitano, relazionerà su “Effetti sinergici tra nuovi potenziali portinnesti per la melanzana e diversi livelli di azoto per l’incremento delle rese, della qualità dei frutti e dell’efficienza d’uso dell’azoto in fuori suolo”.
Quindi, dopo l’intervento di Gaetano La Placa, consulente ProSea Srl, parlerà Fabiana Mancuso dell’Università di Palermo sui “Nuovi potenziali portinnesti per migliorare la resa, la qualità e l’efficienza d’uso dell’azoto del melone cantalupo coltivato in piena terra” e, subito dopo, Lorena Vultaggio sull’“Effetto interattivo tra nuovi potenziali portinnesti e diversi livelli di azoto sugli aspetti quanti-qualitativi del melone cantalupo coltivato in fuori suolo”.
Prevista anche una tavola rotonda con Giuseppe Dipietro come moderatore tra Francesco Maugeri agronomo libero professionista, Ciro Cosimo Santoro, tecnico Syngenta, Giuseppe Alessi, azienda agricola Giuseppe Alessi, Lorenzo Sena, area verde Vivai, e Giovanna Causarano.
Le conclusioni saranno affidate a Dario Cartabellotta, direttore generale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea e autorità di gestione del Psr Sicilia.
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