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Ragusa. Prg e presunte incompatibilità. “Fare chiarezza”

“Ci siamo astenuti, insieme con altri 9 colleghi, dal dibattito sul Piano regolatore generale, in ottemperanza alle disposizioni normative in materia di compatibilità ai sensi dell’articolo 78 del Tuel che, in caso di interesse esistente o potenziale, impongono agli amministratori locali di astenersi dalla discussione ancor prima della votazione dello strumento urbanistico. Emerge però che presumibilmente questo non sia valso per tutti e che mediante linee strategiche qualcuno voglia forzare le norme vigenti. Spero che così non sia e pertanto auspico una pronta smentita da parte dei colleghi”.

Lo dice il consigliere comunale di Ragusa Federico Bennardo.

Il quale aggiunge: “Non entrerò nei meriti dello strumento per le stesse ragioni premesse e auspico ancora una volta che sia il consiglio comunale, e quindi i cittadini, ad approvare lo strumento urbanistico. Tutto questo mi impone una riflessione: se quanto premesso fosse vero, per noi giovani sarebbe uno spettacolo ben lontano dall’essere formativo e denoterebbe scarsa trasparenza. Si sente spesso parlare della necessità dei più giovani di far esperienza sottoponendosi ad una necessaria gavetta.

Se queste sono le premesse è bene, probabilmente, chiudere gli occhi talvolta per non apprendere di dinamiche che di certo non sono innate.

Come possono i più giovani avvicinarsi alla politica a queste condizioni? Chiedo a chi li rappresenta oggi in giunta di prendere posizione in merito”.

Alla richiesta di chiarezza del consigliere Bennardo, si uniscono all’unisono i colleghi Rossana Caruso e Sebastiano Zagami che aggiungono: “Quello che si accinge ad essere approvato è uno strumento fondamentale di programmazione della città del futuro ed è bene sapere adesso se esistono delle condizioni che si prestano a delegittimarlo successivamente.

Questa è stata la medesima ragione che ci aveva portato a richiedere agli uffici di fornirci le tavole con le superfici oggetto di cambiamento di destinazione, prima che lo strumento arrivasse in Aula. Gli obblighi di trasparenza, su cui abbiamo prestato giuramento ad inizio del nostro mandato, ci hanno imposto di non prendere parte successivamente al dibattito”.

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