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Acate. “Emergenza fumarole e reati ambientali. Intervenite”

Il primo cittadino di Acate Gianfranco Fidone ha inviato una dettagliata nota al Ministero dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e alla Direzione Generale del Patrimonio Naturalistico e del Mare per rappresentare la grave situazione che l’ente, e di conseguenza la cittadinanza, si trova a fronteggiare.

L’inquinamento dovuto a uno scorretto smaltimento dei rifiuti agricoli sta causando grande allarme e da un confronto con le associazioni ambientaliste, quali Legambiente (e specificatamente con i circoli Kiafura, Il Carrubbo, Sikelion e il Melograno), Fare Verde e Terre Pulite, il sindaco ha illustrato le problematiche che attanagliano non solo Acate ma tutti i territori della cosiddetta “fascia trasformata”.

“La presenza di impianti serricoli abbandonati sino a pochi metri dalla battigia di Marina di Acate, il ritrovamento di plastica insabbiata e la formazione di vere e proprie “dune di plastica” che poi si riversano in mare, la presenza cadenzata e costante delle fumarole, l’interramento di scarti agricoli – la cosiddetta “fratta” – nei terreni agricoli rappresentano i vari volti di un’emergenza a cui non possiamo e non dobbiamo arrenderci”, dice il sindaco.

“Con le associazioni ambientaliste, che ringrazio per il confronto, abbiamo individuato i vari punti dolenti che attanagliano il nostro territorio. Noi, come amministrazione, non ci siamo fermati alla mera denuncia ma abbiamo prodotto – con la preziosa collaborazione e disponibilità del Libero Consorzio di Ragusa e della Prefettura – fatti con il rafforzamento dei controlli e con la produzione di denunce, ordinanze e appelli alla sensibilizzazione”.

“Lo sforzo degli enti territoriali però non basta. Si pone il problema, annoso, della bonifica di un territorio sotto attacco: la plastica che si riversa in mare o che viene bruciata costituisce un problema così come l’abbandono dei contenitori di fitofarmaci e altri rifiuti sul territorio. In Sicilia non esiste un centro di smaltimento e recupero dello scarto, della fratta, in grado di trattare il rifiuto e di sgravare dal peso dello smaltimento gli agricoltori”.

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