Un grande classico di Eduardo De Filippo, un nuovo allestimento, un’amatissima coppia di attori catanesi. Salvo Saitta ed Eduardo Saitta sono i protagonisti di “Non ti pago”, in scena domenica al teatro Marcello Perracchio, alle 18, con la regia di Antonello Capodici.
E’ un nuovo appuntamento nel contesto della Stagione del Sorriso promossa da Teatro in primo piano. In scena, in ordine di apparizione, ci saranno anche Francesca Agate, Alfio Belfiore, Diana D’Amico, Turi Giordano, Marco Fontanarosa, Giovanni Maugeri, Eleonora Musumeci, Serena Rapicavoli, Aldo Toscano.
“Non ti pago è la commedia perfetta – racconta il regista Antonello Capodici – nelle sue pagine tutto è perfezione. Il soggetto, la scansione delle scene, la costruzione drammaturgica: tutto. I dialoghi, poi. Non c’è una battuta che non ne origini subito un’altra altrettanto efficace.
Non c’è una battuta che non discenda dalle precedenti con una urgenza evidente e precisissima. Metterla in scena è molto facile per un regista: infatti, questa è la terza o la quarta volta che lo faccio.
La prima più di vent’anni fa. All’epoca, tuttavia, temo di non essere riuscito a comprenderne appieno i risvolti tragici. Credo per l’inesperienza del mestiere e – più ancora – per quella anagrafica. Ci vogliono, infatti, i capelli bianchi per sondare tutto intero l’abisso di malinconia con cui il protagonista Ferdinando si rivolge al padre morto che, inspiegabilmente, si rifiuta di soccorrerlo nel sogno. Ci vogliono anni fitti di vita per capire il dramma di questo signore, ormai giunto alla mezza età, che si rifiuta di smettere il proprio ruolo di figlio”.
La vicenda di Ferdinando Quagliolo (Eduardo Saitta), giocatore sfigato e “smorfiatore” disastroso, è infatti un delizioso paravento dietro il quale si agita il protagonista vero: il padre morto (Salvo Saitta). Venerato dalla memoria di tutti, ambiguo genitore “vicario” del fortunatissimo Bertolini, a sua volta futuro marito della giovane Stella e, perciò, in qualche modo anche figlio “adottivo” di Ferdinando in qualità di genero.
“Come si vede – aggiunge il regista Antonello Capodici – sono generazioni che si rincorrono senza mai raggiungersi del tutto. E’ il genio tremendo di Eduardo, che ci fa ridere fino alle lacrime. Appunto. Lacrime che, asciugandosi, lasciano strie di sale e malinconica rabbia.
E’ la vita, appunto. Colma di parole inutili e preziosissimi gesti”. Botteghino in via Carducci 265 aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18,30.
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