Appena istituito, il tavolo di crisi regionale per l’agricoltura, a seguito delle proteste del comparto che hanno invaso Modica e, a seguire, Ragusa, registra i primi no.
In attesa del confronto del 6 febbraio, è Giovanni Arato, referente e portavoce del presidio della città di Modica che sottolinea come “gli agricoltori ed i consumatori sono stati traditi dalle istituzioni regionali, dal governo centrale, dalla Comunità Europea. Non è ammissibile tornare ad interloquire con chi ha già tradito in passato e continua a ricattare gli agricoltori.
Per questo motivo, – prosegue Arato – memori delle esperienze passate, riteniamo vano e addirittura deleterio, incontrare e sedersi al tavolo di chi avrebbe dovuto tutelarci ed invece ha preferito venderci.”
“Il principio è che non si può tenere in considerazione alcun tipo di interlocuzione – conclude Arato – con gli esponenti politici regionali e con i rappresentanti istituzionali, a qualunque livello, nonché dei sindacati e di chiunque ha appetiti politici e necessità di visibilità”.
Vedremo se tale posizione sarà comune a tutti i presidi attivi in provincia di Ragusa, compresi quelli del capoluogo e di Vittoria e se, a fronte di questo, proseguirà, accanto alla protesta, l’attività di interlocuzione con le istituzioni per risposte immediate, prima della distruzione totale, temuta, dell’intero comparto.
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