“Ho commesso un errore. Bene che sia stato segnalato. La democrazia funziona”.
Se la cava così il Sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, sul caso Iblea Acque e in particolare l’aspetto, da ultimo, di avvisi pubblici emanati dalla società per il reclutamento del personale necessario eccessivamente limitativi, come segnalato in particolare dal consigliere comunale di Generazione, Gaetano Mauro, e impedissero la più ampia partecipazione di potenziali candidati.
Bastava questo, forse, per chiudere il caso politico, e invece il primo cittadino di Ragusa, evidentemente infastidito da un clima di ostilità, come da lui stesso sottolineato, che forse non si aspettava dopo il trionfo di giugno 2023, parte con una filippica che consta di punti quantomeno originali.
Il primo sulla scelta della società in house, che, come dichiarato dallo stesso Cassì, nessuno ha mai messo in discussione.
“Ci vorrà un po’ di tempo prima che la nuova macchina possa operare a pieno regime ed in piena autonomia anche economica, e il successo dell’operazione dipenderà oltre che dalla efficacia della gestione anche dal senso di responsabilità delle singole amministrazioni e dei cittadini che vi abitano”.
Bene, e quindi? Sembra una excusatio non petita.
E ancora. “L’amministratore unico, – spiega Cassì – cui abbiamo affidato unanimemente il compito di strutturare la società, gode della fiducia di tutti i sindaci, in modo trasversale, qualsiasi sia la sensibilità o la connotazione politica di ciascuno, e ciò a prescindere dalle correzioni alle procedure proposte nell’esercizio di un potere/dovere di controllo che è garanzia di buon funzionamento e di corretta gestione”.
Anche qui, e chi l’ha messo in dubbio? Se è stato scelto, ci sarà un motivo.
E infine il pistolotto rivolto direttamente ai cittadini, a firma di tutti i Sindaci del territorio ibleo, in cui si esortano “a versare quanto dovuto, continuando così ad esercitare il loro ruolo di utenti attivi e responsabili del buon funzionamento del servizio pubblico più importante per ogni comunità”.
Cioè, in pratica, un invito a pagare la bolletta. Perchè, non sarebbe la normalità? Ci sembra, come direbbe qualcuno, che regni un pò di confusione dalle parti di Palazzo dell’Aquila.
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