La questione dei salari nel comparto agricolo ibleo al centro della richiesta di incontro presentata dalla Flai Cgil al Prefetto di Ragusa.
“La quasi totalità delle aziende agricole non rispetta quanto statuito dal contratto vigente, – spiegano i segretari generale e provinciale del sindacato, Carmelo Garaffa e Salvatore Terranova – per la connotazione altamente flessibile di quest’ultimo, che consente ai datori di lavoro di inserire ogni mese nelle buste-paga dei loro dipendenti meno della metà delle giornate effettivamente lavorate.
Nelle buste-paga – proseguono – si registrano in media non più di 12 giorni di lavoro a fronte di quelle effettivamente rese che si aggirano tra le 24/ 25 giornate al mese. Ciò è reso possibile appunto da un contratto che offre all’imprenditore la discrezionalità di presentare cedolini con meno giornate. Sembra quasi che in questo territorio, per pura casualità, si sia configurato una sorta di convergenza tra le aziende, in base alla quale attribuiscono, per la grandissima parte, non più di un certo numero di giornate lavorate al mese ai braccianti, sia italiani che stranieri.
È chiaro che questo modello in voga da tempo in agricoltura produce notevoli danni alle condizioni dei braccianti, le cui retribuzioni sono bassissime, pur svolgendo lavori pesantissimi sia nelle serre che nei magazzini. Da tempo è stato messo in piedi un mercato del lavoro agricolo illegittimo che produce povertà diffuse, al punto che i redditi annui dei braccianti, salvo qualche sparuto caso, non vanno quasi mai oltre i 14 mila euro l’anno. E’il classico esempio di lavoratore, che pur essendo occupato, non ricava da questo lavoro il necessario per una vita normale e dignitosa. Ci troviamo davanti i cosiddetti lavori poveri.
E’ indispensabile, pertanto, trovare gli strumenti e i modi per arginare la deriva salariale, che attraversa tutto il mondo bracciantile, che sta portando sempre più a forti contrazioni delle retribuzioni agricole, non solo nelle piccole aziende ma soprattutto in quelle medie-grandi”.
Da qui la richiesta di audizione al Prefetto, per intervenire, in maniera decisa e definitiva, sulla questione.
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