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Ragusa: la politica in provincia, dopo Natale

Le festività natalizie consegnano, in attesa della Befana, un panorama provinciale, dal punto di vista politico, simile alla brace che cova sotto la cenere.

In particolare per i massimi esponenti provinciali, intesi come parlamentari regionali, in attesa delle nuove sfide, leggasi elezioni europee e, soprattutto, provinciali, per misurarsi, a poco più di un anno di distanza, sul lavoro svolto.

Partiamo dai detentori del titolo, leggasi centrodestra, più o meno allargato, che si misura in un panorama molto frastagliato e ricco di incognite.

In particolare Fratelli d’Italia, dove la diarchia, tra il deputato regionale Giorgio Assenza, e quello nazionale, il senatore Salvo Sallemi, appare come il derby più interessante.

Gli oltre 6mila voti di preferenza ottenuti nelle ultime elezioni regionali, per Assenza, lo vedono molto forte sul versante ipparino e, in parte, sul comune capoluogo, e molto più debole nell’area modicana e nel resto della provincia.

Stesso dicasi per il suo competitor diretto, Alfredo Vinciguerra, espressione del Senatore Sallemi che, a parte l’exploit di Vittoria e Comiso, non mostra altri risultati di rilievo negli altri 10 comuni della provincia.

Segno, forse, di quella classe dirigente locale che, per il partito di governo, è più una costruzione in corso che un disegno già compiuto.

Situazione simile per la Lega che, pur non esprimendo un parlamentare regionale, qualche distribuzione più omogenea l’aveva presentata, con Orazio Ragusa, Salvo Mallia e Andrea La Rosa. Per il parlamentare, in questo caso nazionale, di riferimento, Nino Minardo, la sfida è quella di crescere.

Forza Italia, che non può più contare sul nume tutelare di riferimento, ossia Silvio Berlusconi, attende il proprio rilancio. Difficile, ma non impossibile, se, come si immagina, il pallino, dopo le spinte da un estremo all’altro, tornerà in mano ai moderati, come sembra stia facendo anche la stessa Fratelli d’Italia, visti i mala tempora, sopratutto economici, dalle parti di Bruxelles.

La Dc, che in provincia è, di fatto, Ignazio Abbate, è messa, se possibile, anche peggio. Almeno dal punto di vista della distribuzione territoriale di peso e voti. Ovviamente, Abbate cannibalizza qualsiasi altra prospettiva, visto che ben 9mila dei 12mila voti raccolti fanno capo alla sola Modica, con qualche innesto da Ragusa (da confermare), e da Scicli.

Nell’alveo del Centro Sinistra, se ci mettiamo anche il Movimento Cinque Stelle, poco cambia.

A fare la parte del leone, in questo caso, è Nello Dipasquale, che di distribuzione territoriale se ne intende e che, pur avendo un partito, il Pd, in calo, o comunque non in auge, il suo, come si direbbe in gergo calcistico, lo fa. Centromediano metodista, di legna e palloni giocati, Dipasquale è forse l’unico, tra i deputati regionali eletti, che può contare su una uniformità di voti, e di forze, nei vari comuni della provincia.

Storia a parte il Movimento Cinque Stelle, che vede Stefania Campo, riconfermata, capace di riaggregare, con il neocoordinatore provinciale, Federico Piccitto, i pentastellati in provincia, anche se, da quelle parti, tutto è in capo al management nazionale. E, quindi, in questo caso, tutto può essere ridiscusso, vedi i casi Cancelleri, Di Maio, etc…, solo per citarne alcuni, con il classico effetto farfalla.

E poi c’è De Luca, neo candidato in pectore alla Regione Siciliana prossima ventura, che, dal suo punto di vista, inteso come movimento in crescita, sta lavorando proprio per porre le basi, in ogni comune, vedi l’ultimo caso a Vittoria, per una classe dirigente intesa come tale, ovvero come portatrice di voti, consensi, e presenza sui territori.

E qui, veniamo al vero nodo gordiano della questione. Cosa stanno facendo gli esponenti politici principali del territorio per creare le condizioni di crescita dei propri movimenti sui vari comuni della provincia, vista la situazione descritta?

Non è dato saperlo. La cenere cova, tra chi, come De Luca, è più intraprendente, e chi, come altri esponenti politici, è più sonnacchioso, forse perchè apparentemente, ma solo apparentemente, poco interessato alla questione.

Ma senza classe dirigente, lo insegnano i vari casi nazionali che si sono succeduti in questi anni, si rischia l’eclissi rapida. Tutti lo sanno, molto bene. Anche perchè, gli exploit vanno coltivati, giorno per giorno, e con questi chiari di luna, leggasi intenzioni dell’elettorato volatile, non è semplice trovare la quadratura del cerchio.

I nomi, di una classe dirigente attiva, ma, finora, poco coinvolta, non mancherebbero di certo. Così come i contatti.

Ad esempio, sul versante ibleo, il candidato a sindaco sconfitto da Cassì alle ultime comunali, Riccardo Schininà, sparito dai radar, o ancora lo stesso Giovanni Cultrera, candidato della destra, o ancora Maurizio Tumino, o Antonio Tringali, per il capoluogo. A Modica, Giovanni Scucces, Sebastiano Failla, Salvatore Poidomani, Tato Cavallino, Mommo Carpentieri e Giorgio Aprile tutta gente che di voti, consensi e presenza sul territorio non ha da imparare da nessuno, a Vittoria Piero Gurrieri, a Comiso Pippo Digiacomo, Gigi Bellassai, a Scicli Caterina Riccotti.

Insomma, i doni di Natale, per i deputati regionali, non mancano di certo. Ma per avere i regali da Babbo Natale, bisogna scrivere le letterine, leggasi incontrare, coinvolgere, far entusiasmare, rendere protagonisti verso un progetto. Altrimenti, arriva qualcun altro, novello Grinch, e porta via tutto, con relativi consensi. E, nel giorno della Befana, qualcuno, potrebbe risvegliarsi con un sacco di carbone. In tempi di magra per la fine del mercato tutelato dell’energia, non è nemmeno una brutta opzione. Il problema è che, alla lunga, anche il carbone finisce.

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